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Perché molte aziende non hanno un sito?


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Nel 2017, secondo un’indagine Doxa, 4 aziende italiane su 10 non hanno un sito aziendale.

I dati sono sconfortanti: più della metà degli imprenditori crede nel web marketing, ma il 40% non ha ancora un sito aziendale; Il 70% crede che una buona reputazione si crei senza utilizzare il web e solo la metà ritiene che il web influenzi fortemente i consumatori nel processo d’acquisto. Sebbene ci sia stata una crescita della consapevolezza dell’importanza dell’essere presenti sul web, la percentuale delle piccole e medie imprese con un proprio sito aziendale rimane ferma.

Questi dati spiegano perché rimaniamo indietro rispetto ai concorrenti europei ed extra-europei; in Italia i siti sono ancora considerati e progettati, quasi sempre, come “inutili strumenti”. L’azienda italiana cerca solo di risparmiare, senza capire quanto un sito possa fare per l’attività.

In molti casi i siti sono “vetrine”: una pagina con i dati anagrafici dell’Azienda e poco più, senza un SEO che permetta di rendere l’azienda visibile a chi già non la conosce.

Purtroppo tanti titolari credono sia sufficiente, non avendo una chiara visione del web: rammentiamo, come esempio, il titolare di un’azienda che all'obiezione sulla “non presenza sul web” della sua azienda, ci ha risposto con un “non è vero, sono in prima pagina” ed ha digitato la sua ragione sociale nella barra di ricerca, per dimostrarcelo. In questo caso, il primo passo è spiegare che un potenziale cliente che non conosce l’azienda, ma ha bisogno dei servizi che gli può offrire, dovrebbe essere il target, non chi già sa della sua esistenza…

Anche i siti “più completi” vengono sovente realizzati senza una vera logica, risultando solo un insieme di testi, foto ed altre componenti, senza una vera amalgama.

Il problema delle aziende italiane potrebbe essere esemplificato con un’altra reazione “tipica” di molti titolari: <<Il sito c’è perché deve esserci, ma la nostra vera pubblicità è il passaparola dei clienti>>. Certo, se l’azienda è piccola, può bastare, finché un cliente insoddisfatto, per un qualsiasi banalissimo motivo, non inizia un passaparola negativo. In questo caso, salvo casi fortuiti, non sapremo mai di questo passaparola e vedremo i nostri clienti scemare, senza capire il perché. Con un sito, magari con l’angolo commenti, suggerimenti e critiche, forse ne saremmo venuti a conoscenza ed avremmo potuto provare a porgli un rimedio… Sì, un sito serve anche a questo!

Il primo e più difficile compito di un’agenzia web, in Italia, è “educare il cliente” ed aiutarlo a realizzare un sito ottimizzato per acquisire clienti e non per avere una “Vetrina” sul web. Dobbiamo, poi, spiegare che un sito deve essere fatto con dei canoni importanti, per giustificare l’investimento ed avere un ritorno in termini di clienti:

  • deve essere fatto per il visitatore (non è così scontato, molto spesso il cliente ha un’idea di come dev’essere il suo sito, che non ha nulla a che fare con quello che un cliente vuole trovare)

  • deve avere quanti più mezzi possibili per convertire il visitatore in potenziale cliente (blog, call to action, etc…)

  • deve essere predisposto per raccogliere dati dei clienti (iscrizioni email, dati statistici, etc…)

  • deve esprimere al meglio l’identità dell’azienda (immagine personalizzata e non “adattata” da altri)

Solo quando il cliente si sarà convinto di tutto questo, potremo studiare con lui il miglior sito possibile.

Nei prossimi post amplieremo questi concetti; stay tuned…

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